Pasolini e Roma
Museo di Roma in Trastevere
21 ottobre 2005 - 22 gennaio 2006
A trent'anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, la mostra,
promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali e dalla
Sovraintendenza ai Beni Culturali, intende ricordare e
illustrare, attraverso un ampio apparato documentario in
buona parte inedito, la sua complessa figura di intellettuale
e di artista. Si vogliono ripercorrere l'arrivo a Roma dello
scrittore e i suoi contatti con l'ambiente intellettuale e
artistico che, in anni segnati da eventi significativi e
drammatici della storia politica e sociale del Paese, hanno
dato luogo a intensi e duraturi sodalizi. La sua ricca e
articolata esperienza umana e artistica, che ha attraversato
e penetrato con cruda sensibilità ogni risvolto della realtà
umana attingendo al profondo legame con il mondo più
autentico e popolare, intrecciando i linguaggi della
letteraturae del cinema in una ricerca inesauribile di nuovi
modi espressivi e di comunicazione, è rappresentata da
fotografie, film, documentari, dattiloscritti originali, prime
edizioni, ecc.
Nella mostra sono presenti anche alcune opere di artisti
vicini a Pasolini e che con lui hanno condiviso esperienze
umane e professionali, alle quali fa da contrappunto
un nucleo di opere di artisti contemporanei che, nella
complessità della poetica pasoliniana, trovano ancora
motivi di riflessione e di suggestione.
La mostra è ideata da Gianni Borgna e curata da Enzo
Siciliano e Federica Pirani. Il catalogo (Silvana editoriale)
contiene saggi di Enzo Siciliano, Gianni Borgna, Mimmo
Calopresti, Federica Pirani e Lorenzo Canova che
puntualizzano i momenti e le ragioni dell'esposizione.
La Roma di Pasolini, anni cinquanta e sessanta
Accanto alla cronaca, narrata dalle fotografie delle periferie
e dei loro abitanti scattate da Cartier-Bresson, Adriano
Mordenti, Franco Pinna, Tano D'Amico, Umberto Cicconi,
Federico Garolla, Giancolombo e altri fotografi, sensibili e
impegnati, si snoda il racconto del cinema di Pasolini,
rappresentato dalle immagini dei set dei suoi film realizzate
da maestri come Tazio Secchiaroli e Mario Dondero, Paolo Di
Paolo.
La presenza di alcuni testi, dattiloscritti originali di Pasolini,
le prime edizioni dei suoi libri, gli articoli, oltre al valore
intrinseco, simbolico e testimoniale, vuole costituire motivo
di riflessione sull'opera dell'artista e di coinvolgimento per il
pubblico, che può "toccare con mano" un prezioso materiale conservato e disponibile presso istituzioni pubbliche.
Dalla Biblioteca Nazionale di Roma e dal Gabinetto Vieusseux
di Firenze provengono, tra l'altro, i dattiloscritti di Ragazzi
di Vita e di Una Vita Violenta, la prima stesura di Le notti
Calde. Il mondo degli affetti e delle frequentazioni si ritrova
nel nucleo di fotografie che lo ritraggono con Moravia,
Giuseppe Ungaretti, Laura Betti, Bernardo Bertolucci,
Dacia Maraini e altri amici. Un nucleo di opere tra cui alcuni
disegni dello stesso Pasolini e dipinti di artisti legati allo
scrittore friulano restituiscono il clima e il mondo indagato
dallo scrittore e regista. e periferie di Vespignani, le antenne
di Guccione, il racconto romano di Bruno Canova si legano
con singolari corrispondenze e affinità alle narrazioni di
Pasolini. I dipinti di Carlo Levi segnano con forza espressiva
due momenti fondamentali del cinema pasoliniano di quegli
anni, restituendoci i volti dei protagonisti di Accattone e
quello intenso e potente di Anna Magnani.
Fotografie e documentari di viaggio, realizzati negli anni
sessanta, descrivono l'interesse di Pasolini per quei paesi
che, come l'India, l'Africa, la Palestina, gli hanno permesso
di riflettere con dolorosa consapevolezza i pericoli
rappresentati dal consumismo e dell'omologazione.
Gli anni sessanta si chiudono con la ribellione e la
contestazione studentesca di fronte alla quale Pasolini si
pone con spirito profondamente e dolorosamente critico,
avanzando interrogativi sul ruolo dell'intellettuale-poeta,
sui quali si articolerà il suo lavoro negli anni seguenti e
su cui ancora oggi ci si interroga.